Vaccino antinfluenzale in Lombardia: ci vuole l'Esproprio
Nell'ennesimo caos tutto lombardo, i vaccini stagionali mancano nelle strutture pubbliche e i privati li somministrano a costi esorbitanti. Malgrado la pandemia, la sanità lombarda continua ad essere solo un comitato d'affari.
Fin dalla scorsa primavera il tam-tam delle più svariate istituzioni sanitarie sulla necessità, in quest’anno caratterizzato dall’emergenza CoViD-19, di vaccinarsi contro l’influenza stagionale non ha avuto soste.Il vaccino, si diceva (e si continua a dire) dovrà servire, oltre che a proteggere le classiche categorie esposte a rischi gravi o, addirittura, mortali, anche ad aiutare i medici nella diagnosi differenziale con la SARS da coronavirus. Per questo motivo si è allargata la platea dei “soggetti a particolare rischio”, per i quali è prevista la gratuità della vaccinazione antinfluenzale.
Ma all’aumento delle aspettative, non è corrisposta, su buona parte del territorio nazionale, l’incremento degli approvigionamenti di vaccino e, anzi, in alcune regioni (fra cui la Lombardia, che tra le sue “eccellenze” può annoverare anche questo record negativo) non si riesce a vaccinare neanche tutti i vecchi aventi diritto, quelli a cui negli anni passati questo tipo di profilassi vaccinale si era sempre riusciti a garantire. La campagna acquisti specifica è stata quanto di più fallimentare potesse esserci. Ritardi (incredibili in un anno come questo), dimenticanze, gare mal gestite e quant’altro di peggio si riuscisse ad esprimere: nulla è stato fatto perché le cose andassero bene, come invece si continua a promettere!
Un bel danno, certo, specialmente alla salute dei Lombardi, già ampiamente lasciata senza protezione nei mesi scorsi. Ma nella Regione più popolata d’Italia, non ci si poteva certo far mancare la beffa. E così, ci tocca assistere anche al vergognoso spettacolo del proliferare di strutture e centri sanitari privati che fanno ciò che le ASST e le ATS lombarde non riescono a fare: rifornirsi miracolosamente di vaccini e somministrarli, dietro lauto pagamento, a quanti non sono riusciti ad avere il dovuto trattamento dal “Pubblico”. Proprio come è accaduto (e continua impudicamente ad accadere) per i test diagnostici – tamponi e sierologici – con i quali la Sanità privata sta gonfiando le proprie tasche, biecamente approfittando dell’emergenza in atto.
E, come se tutto ciò non bastasse, qualche “genio” tra le fila dell’opposizione consiliare lombarda propone (e ottiene) che si proceda al rimborso tout court dei cittadini che, pur avendo diritto alla vaccinazione gratuita, sono stati costretti ad eseguirla presso i vari centri sanitari privati, proliferati come non mai. E il tutto al costo effettivamente sostenuto, senza nulla pretendere da chi ha erogato il “servizio suppletivo”.
Ma come? I Privati eseguono vaccinazioni antinfluenzali a costi (tra i 50 e i 70 euri) quattro-cinque volte superiori a quelli di costo, e il pubblico, attraverso il meccanismo del rimborso a chi quei costi ha sostenuto, li foraggia lautamente, dopo aver fallito clamorosamente il proprio compito di erogatore istituzionale?
In tal modo è come avere erogato vaccini a quegli stessi costi pretesi dagli speculatori privati.
Con buona pace delle opposizioni, felici di aver “fatto passare la delibera”!
Ma allora, si dirà, dovremmo scaricare oneri così rilevanti sulle spalle dei poveri cittadini che non sono riusciti a farsi vaccinare negli ospedali e negli ambulatori pubblici?
Certo che no!
Esiste, cari signori della maggioranza e dell’opposizione, un istituto che, quando serve e si può, come nel nostro caso, sistema le cose con giustizia ed equità. Si chiama ESPROPRIO(“provvedimento amministrativo di emergenza, che impone ai singoli l'obbligatoria prestazione di cose mobili o immobili o di servizi”): dei vaccini, come dei test diagnostici che il Privato è riuscito ad ottenere da aziende produttrici e distributrici prive di scrupoli, disposte a vendere prodotti indispensabili per la salute della gente a costi appena superiori a quelli pretesi dal Pubblico.
Si requisiscono le dosi e si rimborsano le aziende che hanno subito l’esproprio a costi di fattura (se ce l’hanno; altrimenti si sanzionano per evasione fiscale e non si dà in cambio un bel niente!).
Quando è in ballo la salute pubblica e si vive una situazione di emergenza, la requisizione non è solo un diritto dell’autorità; è un dovere civico e istituzionale, previsto dall’art. 42 della nostra Costituzione e dall’art. 834 del Codice Civile!!!
Facciano le Istituzioni quello che devono.
Si coordinino tra loro e procedano.
La situazione e i cittadini lombardi lo esigono.