VENERDÌ 28 ORE 10 PIAZZA ARGENTINA: PRESIDIO PER LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI DEGLI APPALTI
Il settore degli appalti è uno dei peggiori ambienti di lavoro che ci sono oggi in Italia. Committenti, appaltatori, sindacati conniventi fanno il bello e cattivo tempo: stipendi da fame, scarse garanzie del posto di lavoro, vacanze obbligatorie e non pagate, mille contratti diversi, oneri sociali da dimenticare. Un inferno! Tutto parte dai tagli imposti dalla spendig review nella pubblica amministrazione e dalla crisi generale. Che spingono le ditte appaltatrici a stipulare contratti sempre più al ribasso. Risultato: a chi lavora nelle aziende dell’appalto paghe sempre più basse e ai cittadini servizi sempre più scadenti. Nelle scuole, negli ospedali, negli uffici pubblici e non. Alcuni esempi.
- Nel settore dei lavori fiduciari (receptionist, portieri, etc.) non c’è più il vincolo d’appalto: la nuova ditta che vince non è più obbligata a tenere i lavoratori di quella vecchia.
- Chi lavora nelle scuole durante le vacanze estive, natalizie, pasquali resta a casa e non viene pagato.
- Accade spesso che molti lavoratori, soprattutto nella ristorazione, non raggiungano le 15 ore lavorative obbligatorie a settimana.
- Gli stipendi non raggiungono il minimo imponibile non tassato di 8.400 euro. Vuol dire che per loro non vale l’aumento di 80 euro in busta paga promesso da Renzi.
- Con questi miseri stipendi la sognata pensione rischia di essere sotto la soglia minima. Vuol dire che prenderanno lo stesso di chi non ha mai lavorato. Ma l’Inps intascherà lo stesso i contributi.
- Da sottolineare che il settore è occupato soprattutto da lavoratrici, spesso straniere, spesso abbandonate dai mariti, spesso con figli. Situazioni a dir poco disastrose.
Lo sciopero regionale del 28 marzo indetto dall’USB è una prima risposta per rivedere il sistema degli appalti, i contratti capestro, la sicurezza del lavoro, gli stipendi, la sicurezza sociale.