A TUTTE LE FONDAZIONI, CASE DI RIPOSO,R.S.A. COOPERATIVE SOCIALI,R.S.D. EX IPAB,
L’UNIONE SINDACALE DI BASE SOSTIENE E PROMUOVE LE VERTENZE IN TUTTI I LUOGHI DI LAVORO, PER IL RICONOSCIMENTO DEL “TEMPO DIVISA”
Inizia la battaglia per il “TEMPO DIVISA”. Perché indossare la divisa e le scarpe è considerato tempo di lavoro in tutte le sedi di lavoro. Le Lavoratrici/Lavoratori che hanno l’obbligo di indossare una divisa, ha il diritto del riconoscimento del “TEMPO DIVISA”.
Pertanto tutte le Amministrazioni hanno l’obbligo di trovare un accordo (Sindacale), per il riconoscimento del tempo necessario al Lavoratore di cambiarsi e di raggiungere il proprio posto di lavoro.
Noi di USB, da tempo abbiamo lanciato una forte battaglia per il riconoscimento del “TEMPO DIVISA” perché questa vertenza; Una direttiva comunitaria del 2003 che SINTETIZZIAMO: “ L’orario di lavoro e qualsiasi periodo in cui il Dipendente sia al lavoro a disposizione del datore, nell’esercizio della sua attività e delle sue funzioni, indossare una divisa, o una tuta da lavoro,vuol dire eseguire disposizione dell’azienda, cioè svolgere un’attività che deve essere retribuita”.Considerata anche la Sentenza di Cassazione n. 20179 del 22 agosto 2008 la quale sancisce che la relativa attività vestizione/vestizione fa parte degli atti di diligenza preparatoria allo svolgimento dell’attività lavorativa e di conseguenza il tempo necessario deve essere retribuito.
Altre sentenze favorevoli si sono in seguito aggiunte, molti accordi aziendali sono stati sottoscritti dove USB è presente, molte vertenze sono state vinte da USB in tutta Italia.
E ancora più importante la posizione della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia in merito al riconoscimento del tempo di vestizione, inviando a tutte le Direzioni Aziendali una nota che chiarisce senza ombra di dubbio che il tempo impiegato per la vestizione del personale deve essere retribuito.
Facciamo quattro conti: in un solo giorno di lavoro, tra vestirsi per iniziare un turno e spogliarsi prima di tornare a casa, si perdono tra i 10 e i 15 minuti, se si considera una media di 10 minuti impiegati tra vestirsi e spogliarsi, in capo ad un anno da 260 giorni di lavoro, i minuti diventano 2.600, cioè quasi 43 ore ( 7 giorni di ferie o riposi in più) contando gli otto anni anni di arretrato spettanti (2003-2011) 2600 minuti x 8 anni fanno 20.800 minuti, pari a 357 ore (una media di 57 giorni di ferie o riposi in più) oppure queste ore di arretrato spettanti possono essere convertiti in euro e facendo una piccola ipotesi di € 10,00 all’ora al dipendente spetterebbero Euro 3570 pro capite, queste sono le ferie o riposi lasciati oppure i soldi regalati ai Padroni.
Da questi conti che USB Sanità Privata Lombardia ha deciso di avviare le vertenze in tutti i posti di lavoro per portare Salario e diritti in un contesto dove Governi,Regioni Padroni, e i loro “amici” cgil,cisl,uil, tagliano salari e diritti.
Sappiamo che in alcune strutture è bastato la nostra comunicazione, o il nostro volantino per “svegliare” gli altri sindacati, che come loro abitudine non gli riesce di fare altro che rincorre USB sui diritti, purtroppo non per recuperare terreno sulle proposte, ma unicamente per ostacolare USB.
USB SANITA’ PRIVATA’ LOMBARDIA OLTRE CHE AL CONFRONTO CON TUTTE LE AMMINISTRAZIONI, USERA’ TUTTI GLI STRUMENTI PER FAR RISPETTARE I DIRITTI DELLE LAVORATRICI E LAVORATORI
CONTATTA LE SEDI USB DELLA TUA PROVINCIA, OPPURE I NUMERI ELENCATI PER DAR VOCE ALLE TUE RIVENDICAZIONI