Aiuto di Stato, dell'importo pari a circa 360 milioni di EURO, concesso tra il 2002 e il 2010 da SEA SpA operatore pubblico ?
La Commissione Europea ha stabilito che l’aiuto di Stato dell’importo pari a circa 360 milioni di EURO, concesso tra il 2002 e il 2010 da SEA SpA operatore pubblico che gestisce gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate alla sua controllata SEA Handling operatore dell’assistenza a terra in tali aeroporti, è incompatibile con le norme UE in materia di aiuti di Stato.
L’indagine della Commissione ha ritenuto che gli apporti di capitale effettuati dagli azionisti pubblici di SEA SpA hanno procurato un indebito vantaggio economico a SEA Handling rispetto ai concorrenti che operano senza sovvenzioni da parte dello Stato. SEA Handling deve, quindi, restituire l’importo che le ha procurato tale indebito vantaggio, maggiorato degli interessi. L’Italia deve provvedere al recupero dell’aiuto concesso a SEA Handling in modo da ripristinare la parità di condizioni nel mercato interno dell'UE.
La questione su esposta è contraddittoria e, perciò, occorre analizzarla con calma e obiettività, evitando strumentalizzazioni e considerazioni affrettate che potrebbero sfociare in decisioni finalizzate allo sgretolamento di SEA Handling sul sistema aeroportuale milanese.
La Commissione Europea non può sottovalutare la questione sociale, professionale ed economica intrinseca al processo di liberalizzazione dell’Handling. Per quanto riguarda la SEA Handling, tale processo è avvenuto in modo graduale dal 2002 ad oggi, senza aiuti di Stato, ma attraverso la compensazione di risorse economiche all’interno del Gruppo SEA; nessun aiuto è stato dato al Gruppo SEA né dallo Stato, né dal Comune di Milano maggior azionista, al quale il Gruppo SEA ha elargito dividendi massicci, circa 700 milioni di euro dal 2002 ad oggi.
A chi giova questa decisione? Chi realmente sta mettendo a rischio l’occupazione e i diritti acquisiti di migliaia di lavoratori? Perché non si discute di una SEA Handling, ormai risanata grazie ai sacrifici di tutti i dipendenti?
I 2500 dipendenti di S.E.A. Handling si difendono solo se restano all’interno del Gruppo SEA e non se vengono trasferiti nella ventilata Società inglese Menzies Aviation o in altre. A Fiumicino, tutti lo sanno, c’è stata la macelleria sociale con operazioni analoghe, a Milano possiamo evitarla con consapevolezza e intelligenza, puntando sul valore sociale, economico, industriale, strategico del comparto Handling sul sistema aeroportuale milanese, rimanendo sul tracciato di una contrattazione che da sempre ha impegnato le parti al mantenimento dell’Handling nel gruppo SEA.
Se ritenessimo giusta la posizione dalla Commissione Europea, che si tratta di aiuti di Stato dati a SEA Handling, senza confutarla, commetteremmo un gravissimo errore perché, con la comparsa di nuove aziende di Handling, le ricadute sui lavoratori sarebbero estremamente negative in termini di sicurezza del lavoro, di professionalità, di salario. Non solo a Fiumicino ma anche su altri aeroporti nazionali, il fenomeno della precarizzazione del lavoro è scaturito dal processo di liberalizzazione dell’Handling. Perché la Commissione Europea non valuta l’enorme costo sociale sacrificato per una Direttiva che ha creato negli aeroporti, da un lato, la rendita e la speculazione per il capitalismo finanziario, dall’altro, lo sfruttamento di sistema per i lavoratori, impoverimento ed inefficienza sugli aeroporti e nel territorio?
Proprio in questi giorni sulla Stampa leggiamo critiche autorevoli sull’espropriazione politica degli Stati, da parte dei burocrati europei che non emanano leggi ma editti, ordinanze, disposizioni, regolamenti spesso cervellotici, frutto di eurocrazia elefantiaca, che non rende conto a nessuno dei atti compiuti e ha, tra l’altro, costi smisurati per il mantenimento di un apparato pletorico. E’ lecito quindi contraddire la posizione della Commissione Europea, che chiede a SEA Handling di restituire a SEA Spa 360 milioni di euro, perché ritenuti aiuti di Stato.
D’altronde nel Prospetto Informativo sulla quotazione, a pagina 511, il Comune di Milano aveva ribadito che, la compensazione delle perdite di SEA Handling da parte di SEA Spa, non costituivano un aiuto di Stato in quanto non imputabile alle autorità italiane e, comunque, pienamente conforme al criterio dell’investitore privato in un economia di mercato. Inoltre nella medesima pagina la SEA stessa, alla luce delle osservazioni svolte a livello giuridico, riteneva ragionevolmente che il procedimento verso SEA Handling potesse concludersi senza alcun obbligo di restituzione degli importi ricevuti. Ci domandiamo a questo punto cosa è cambiato da allora? Cioè dal momento dell’ipotizzato sbarco in borsa?
Lavoratori informatevi, partecipate, difendete i vostri diritti, contrastando le tesi dei soliti untorelli, e vigilate su chi usa il dettame UE per dire che L’Handling deve uscire dal perimetro SEA, così da iniziare poco a poco lo smantellamento del Gruppo SEA come datore di lavoro, per trasformarlo in un mero gestore finanziario. Ci chiediamo qual è la vera posizione dei due azionisti, per questo chiediamo al Consiglio Comunale di Milano di farsi interprete delle preoccupazioni di migliaia di lavoratori, convocando ad una discussione in sede consiliare gli attuali soci proprietari di SEA.
La vera risposta, a ciò che vorrebbero imporre i burocrati di Bruxelles, è la riunificazione di SEA e SEA Handling, mantenendo la separazione contabile, sul modello degli aeroporti in Germania, dato che anche questi sono parte dell’Europa.
Sui temi su esposti a breve comunicheremo la data delle assemblee generali a Malpensa e Linate.