ASSESSORE MANTOVANI, BENVENUTO NEL PURGATORIO DEL PRONTO SOCCORSO
E’ questo il commento di Riccardo Germani coordinatore regionale della sanità USB della Lombardia nei confronti dell’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Mario Mantovani che da giorni, accompagnato dal suo autista e preavvisando per tempo Direttori Sanitari e Generali, recita la farsa delle "visite a sorpresa" nei Pronto Soccorso.
Quello che vede, continua il sindacalista è il risultato di anni di tagli, di chiusura e accorpamento dei reparti,di contratti non rinnovati ai precari, di esternalizzazioni e politiche sanitarie finalizzate a spostare le risorse pubbliche a favore di strutture private.
E così, facendo finta di cascare dal pero, si accorge che i suoi corregionali, a causa della carenza di posti letto, sono costretti a ricevere assistenza, anche per giorni, su barelle, confinati a volte in luoghi assolutamente non idonei, come nel caso dell'ospedale di Varese, che gli operatori sanitari hanno ribattezzato "barellario"; e i barellari oramai sono all'ordine del giorno in tutti gli ospedali, da Varese a Mantova dove, a causa del taglio dei posti letto e degli accorpamenti dei reparti, se sei fortunato, puoi rimanere per giorni su una barella o magari su una meno comoda poltroncina, in attesa che si liberi un posto letto.
Non è eticamente accettabile che i cittadini attendano, bivaccando, giorni interi nei nostri Pronto Soccorso, in attesa che una dimissione liberi un posto letto, come è di fatto strumentale la visita che in questi giorni Mantovani sta facendo nei Pronto Soccorso milanesi.
La realtà è che, a seguito dei tagli dei posti letto in Lombardia, oramai i tassi di saturazione sono sempre più vicini al 100%; ciò vuol dire che la possibilità che si liberi un posto letto è sempre più bassa ed è per questo che i Pronto Soccorso sono diventati una sorta di intasato purgatorio dove i cittadini attendono che si liberi un agognato posto letto.
L'alternativa c'è ed è quella di restituire ai cittadini i posti letto che sono stati tagliati negli anni, di ridare ai cittadini i servizi sanitari chiusi, di smetterla di favorire le strutture private e convenzionate, così da ridare dignità alla sanità pubblica.
Non servono alchimie e ulteriori accorpamenti di ospedali come ventilato in questi giorni, se dietro c'è il solito disegno di tagli, sempre e solo in direzione della sanità pubblica.
In sanità non esistono rami secchi da tagliare, in sanità pochi secondi salvano vite umane, invece, i rami secchi esistono in politica, soprattutto in quella lombarda, dove assessori, faccendieri e congreghe hanno fatto della sanità il loro Eldorado.