La morte del collega Nicolò Savarino è il tragico epilogo di una tragedia annunciata.

Milano -

 

Drammatico inizio di questo 2012 con la morte del collega Nicolò Savarino, nel 2011, in considerazione dei 600 infortunati della Polizia Locale, abbiamo spesso parlato della sicurezza degli operatori, ma poco o nulla è stato fatto anche di fronte alle esplicite richieste presentate da questa organizzazione sindacale.

 Non vogliamo entrare nel merito dei fatti di cronaca e della scarso valore attribuito alla vita umana da una società sempre più distante da qualsiasi valore etico, vogliamo parlare invece di tutti quegli accorgimenti che anche di fronte al degrado umano di una volontà omicida avrebbero potuto evitare quanto è accaduto.

 Dobbiamo fermarci non per la consueta rituale postuma riflessione, ma per imporre l'imperativo di un ordine naturale delle cose scisso dalle necessità gestionali ed economiche di una città. Un altro giorno lavorativo si apre sulla municipalità con gli stessi identici presupposti che hanno consentito la morte di un lavoratore nell'adempimento del proprio servizio.

 Chi si assumerà la responsabilità morale di questa scomparsa ?

 Sappiamo che la vittima non era collegata via radio con la centrale operativa della Polizia Locale, perché per i Vigili di Quartiere non è previsto!Non sappiamo se questa condizione avrebbe o meno modificato la catena degli eventi, quello che sappiamo è che quando si parla di sicurezza non si può discutere di fatalità, dobbiamo interagire in termini di valutazione dei rischi, di investimenti in presidi, di procedure operative, di attenzione da parte delle sovrastrutture di riferimento.

 Siamo ancora una volta impegnati nel rincorrere quell'attenzione dovuta in occasione della tragedia umana, quando le istanze qui presentate dovrebbero appartenere al DNA culturale della buona Amministrazione cittadina.

 Parliamo di distribuzione del personale sul territorio, del suo impiego o meglio della sua mancata disponibilità in situazioni di urgenza, perché impegnate in attività destinate a far cassa o, peggio, create ad hoc per qualche privilegiato. Parliamo della mancanza di organizzazione dei servizi che vengono assegnati al di fuori del contesto territoriale nel quale si svolgono e, spesso, solo per ragioni di immagine.

 Parliamo dell'insulto che il governo Monti muove nei confronti di tutti lavoratori del pubblico impiego, quando decreta la fine del diritto alla causa di servizio e all'equo indennizzo.

 Parliamo della tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo ( Art. 32 Cost.).

Si apre ora il tardivo rincorrere l'evento, il susseguirsi degli incontri, il Prefetto, il Sindaco e il Comandante o chi per loro dovranno giustificare se quanto di loro competenza è stato messo in atto o meno, se si sarebbe potuto evitare ciò che si sarebbe dovuto evitare.

Resta la storia personale di uomo che, di fronte al proprio dovere, non si è tirato indietro, l'amico con il quale abbiamo condiviso tante battaglie sindacali, il collega pronto ad esporsi in prima persona quando si trattava di difendere i valori e diritti dei propri compagni.

Domani seguirà l'ennesimo capitolo della lotta per la salute e la sicurezza sui posti di lavoro, alle 9:00 in Piazza della Scala renderemo omaggio a Nicolo' e chiederemo conto al Sindaco di quanto è successo e di cosa intenda fare per tutti gli altri Nicolo' al servizio di questa Amministrazione.

 

 

 

Il Coordinamento Polizia Locale