Oggi, mercoldì 18 aprile, alle ore 11.30, audizione della rappresentanza sindacale in Commissione di inchiesta della Regione Lombardia sulla crisi della Fondazione San Raffaele.
Vi anticipiamo il documento che presenteremo ai Consiglieri Regionali
Alla Commissione Regionale d’inchiesta sulla Fond. Centro S. Raffaele del M.te Tabor
Milano, 18 aprile 2012
Oggetto: Audizione odierna: ricadute della crisi della Fondazione sui lavoratori
Le delegate e i delegati sindacali USB informano la Commissione d’inchiesta dei risvolti della crisi, apertasi il 23 marzo 2011, con la lettera dell’allora Presidente (all. 1) della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor.
Come previsto dal decreto CP 58/2011 del Tribunale di Milano – Sezione Fallimentare, di ammissione alla procedura di concordato preventivo e dall’accordo sindacale firmato lo scorso 11.01.2012 (all. 2), tutto il personale dipendente di Fondazione verrà conferito alla cosiddetta New-co (HSR – San Raffaele Clinical & Research Center s.r.l., che verrà contestualmente al conferimento ricapitalizzata e dunque trasformata in S.p.A.)
Viene evidenziato che l’offerta vincolata di acquisto IOR-Malacalza, sostituita il 5 gennaio da quella migliorativa in termini economici di Rotelli (Velca S.p.A.), prevede tre condizioni sospensive: l’accordo sindacale per il passaggio dei dipendenti di Fondazione alla New-co, il riconoscimento della New-co quale IRCCS da parte del Ministero della Salute e l’accreditamento da parte della Regione. Pertanto, il buon fine del conferimento, che avverrà successivamente all’omologa del Tribunale, prevista per i primi di maggio p.v., dipenderà anche da Ministero e Regione.
Per quanto riguarda l’accordo sindacale, firmato l’11 gennaio u.s., prevede il passaggio alla New-co di tutti i dipendenti a tempo indeterminato, determinato, i lavoratori somministrati, i consulenti e i collaboratori a progetto in forza al momento dell’ottenimento dell’omologa.
Il sindacato del San Raffaele sta ribadendo la necessità di salvaguardare la caratteristica peculiare dell’IRCCS, che da sempre ha sviluppato la ricerca, compresa quella di base, comunque indirettamente funzionale alla qualità dell’assistenza al paziente.
In questo momento non è noto il piano industriale del nuovo investitore: nel vecchio piano industriale era prospettata la dismissione della sede di Turro, che al momento non è smentita. Per questo, la RSU continua a ribadire l’interesse strategico sia per i pazienti che per i lavoratori, ma anche per lo stesso conto economico di mantenere una sede all’interno della città di Milano, in una zona servita dai mezzi pubblici e facilmente raggiungibile, considerando soprattutto la particolarità dei pazienti (tra cui quelli psichiatrici e neurologici). Infatti, la stessa struttura a padiglioni, all’interno di un parco, non è sostituibile con quella della sede di via Olgettina. Inoltre, qualora l’attività e il personale di Turro dovesse essere trasferito presso la sede di via Olgettina, si teme una flessione dell’utenza, che genera preoccupazione per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Rappresentiamo la particolare incertezza sugli sviluppi futuri da parte del personale della ricerca; infatti, gli investimenti in questo settore hanno reso il San Raffaele una realtà unica e peculiare, riconosciuta quale eccellenza anche all’estero. Ma nella realtà imprenditoriale della Velca S.p.A. non si trovano segnali di investimenti analoghi. Sarebbe davvero spiacevole perdere un tale patrimonio umano, oggi vanto della Regione Lombardia. Inoltre, alcuni Enti finanziatori richiedono un’assoluta indipendenza della Fondazione a cui vengono erogati i fondi rispetto a qualsiasi Company. Si rischia, dunque, nonostante la costituzione di una Nuova Fondazione, di perdere alcuni finanziamenti per la ricerca sanitaria.
Altro aspetto considerevole è quello costituito dalle società, dalle cooperative e, in generale, dall’indotto del San Raffaele: i lavoratori e le lavoratrici che lavorano (o lavoravano) per ditte che avevano appalti presso l’Ospedale sono stati i primi a pagare la crisi, con mancati rinnovi dei contratti a termine, cassa integrazione, cessioni di ramo d’azienda con perdita di diritti (comprese difficoltà a farsi pagare TFR e ultime mensilità, nei casi di liquidazione societaria).
In generale, la preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici del San Raffaele è quella che venga ulteriormente sacrificata la qualità dell’assistenza, per inseguire il profitto, a scapito non solo dell’occupazione ma anche delle prestazioni sanitarie erogate. Come sindacato, siamo pronti a respingere qualsiasi piano industriale che riduca il costo del lavoro, i costi legati alla manutenzione, con particolare riguardo alla sicurezza e la qualità dell’assistenza.
Le delegate e i delegati USB riportano che durante l’audizione in Commissione Sanità della Regione Lombardia è stato sottolineato come la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, proprio in qualità di Fondazione di diritto privato, non ha obbligo di pubblicazione dei bilanci. D’altra parte, nemmeno la forma giuridica della società di capitale consentirebbe un’ingerenza sulle scelte imprenditoriali. Pertanto, alla luce delle vicende che stanno emergendo dalle indagini della Magistratura, sarebbe opportuno che chi eroga i finanziamenti pubblici si doti di strumenti di effettivo controllo e indirizzo. Ad oggi, l’unica forma che consente tale gestione dei contributi pubblici è rendere l’Istituto di diritto pubblico, come chiesto a settembre dalla RSU, con lettera indirizzata, tra gli altri, anche al Presidente e all’Assessore alla Sanità della Regione Lombardia (all. 3).
Infine, si osserva che il sistema di rimborso a prestazione è il maggiore responsabile dei timori fin qui esposti. Infatti, l’offerta sanitaria viene oggi determinata più dalla convenienza delle strutture sanitarie – soprattutto private accreditate – ad erogare una determinata prestazione sanitaria (per il margine di profitto correlato al DRG) piuttosto che da una ricerca epidemiologica indipendente, che dovrebbe determinare i reali investimenti da sviluppare per prevenire la malattia e migliorare le condizioni di salute dei cittadini.
Si propone di ripensare il sistema sanitario regionale, adottando criteri che paghino la salute e non la malattia.
In ultimo, restiamo a disposizione di Codesta Commissione di inchiesta per monitorare le prossime evoluzioni riguardanti le ricadute occupazionali, soprattutto successivamente al conferimento del personale alla New-co e alla luce del piano industriale che ci auguriamo venga al più presto presentato dalla velca S.p.A. alla Rappresentanza sindacale.
Distinti saluti.
Per il coordinamento aziendale di USB lavoro privato Margherita Napoletano, Daniela Rottoli e Vincenzo Galatioto |