Ospedale San Raffaele: USB denuncia l'Amministrazione Rotelli per condotta antisindacale
Il sindacato di base del San Raffaele ha la maggioranza assoluta di iscritti e di delegati eletti in RSU, ma la nuova proprietà dell’Ospedale, capitanata da Rotelli, rifiuta il riconoscimento della rappresentanza democraticamente eletta e scelta dai lavoratori: 600 iscritti, 14 delegati sindacali non bastano per essere interlocutori rappresentativi?
USB e USI sanità hanno depositato in Tribunale un ricorso per condotta antisindacale perché, non solo non sono stati convocati al tavolo di trattativa come sigle sindacali, ma soprattutto perché viene impedito perfino alla RSU (rappresentanza sindacale unitaria) di avere l’informativa e il tavolo di trattativa richiesto per impedire una riorganizzazione selvaggia del lavoro amministrativo della Direzione Servizio Clienti, che sta sconvolgendo la vita di molti lavoratori e lavoratrici, impedendo la conciliazione del tempo di lavoro con quello della gestione familiare, di figli minori o di genitori anziani e familiari disabili. L’Amministrazione vorrebbe cambiare l’articolazione dell’orario di lavoro da cinque a sei giorni settimanali e da sette a nove ore di lavoro al giorno, per poter risparmiare risorse in organico e, dunque, poter davvero avere esuberi da licenziare. Ha invertito il vecchio slogan sindacale in “lavorare in meno, lavorare di più”.
L’Amministrazione sta calpestando diritti sindacali a lavoratori e lavoratrici, decurtando ore di assemblea anche a chi era disponibile a recuperarle oltre l’orario di lavoro, attuando trasferimenti non richiesti che rompono equilibri e creano disagi ai lavoratori; sta calpestando i diritti sindacali dei delegati, cancellando l’accordo che prevedeva un monte ore dei permessi sindacali maggiore rispetto a quello previsto dal contratto nazionale e modalità di fruizione dei permessi più flessibili, ma anche con contestazioni disciplinari ingiustificate; sta calpestando i diritti sindacali dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, cancellando un accordo che permetteva loro di dare un concreto contributo alla sicurezza e alla prevenzione; sta calpestando i diritti sindacali delle Organizzazioni di Base, escludendole dal tavolo di trattativa.
USB considera questo comportamento una ritorsione nei confronti di chi ha respinto, con il voto contrario nella consultazione referendaria dello scorso gennaio, un’ipotesi di accordo che, non preservando dai licenziamenti, tagliava diritti e salari dei lavoratori, pretendendo di farlo con il loro consenso.
Oggi l’Amministrazione dell’Ospedale ha pesantemente decurtato gli stipendi (fino a 300 € al mese), ma continua a tenere sotto il vigliacco ricatto del posto di lavoro i 3000 dipendenti del comparto: fino al 31 maggio, potrebbero licenziare 244 lavoratrici e lavoratori.
USB continua a sostenere lavoratrici e lavoratori che perseverano nella difesa dei diritti e dei posti di lavoro, con il presidio permanente, con le azioni legali, con le iniziative di mobilitazione e con il dialogo con le istituzioni, affinché intervengano su una proprietà che manifesta ogni giorno l’arroganza di chi si considera il monopolista della sanità in Lombardia.
Oltre al ricorso per condotta antisindacale, i legali di USB stanno preparando il ricorso collettivo contro le decurtazioni illegittime dei salari.
USB lavoro privato – Ospedale San Raffaele