Ospedale S.Raffaele: gli stipendi del personale non dirigente sono già magri
Chiamati in causa dall’articolo di Maria Sorbi pubblicato ieri su Il giornale.it in data 29.09.12, riteniamo di dover far chiarezza, rispetto alle accuse che ci vengono rivolte, come sindacato e come lavoratori e lavoratrici del San Raffaele.
Innanzitutto le “erogazioni” che vengono fatte ogni anno al San Raffaele non sono di 20 milioni, ma di 400 milioni, tra prestazioni “acquistate” (rimborsi DRG), funzioni non tariffabili e altre voci tecniche, con cui non vorremmo tediare i lettori.
Nell’incontro fatto venerdì 21 con l’assessore Bresciani, come sindacati non abbiamo chiesto un intervento economico alla Regione: abbiamo ribadito che i problemi economici, dovuti ai tagli effettuati dalla delibera Regionale del 6 agosto, in attuazione della spending review, ha penalizzato tutte le strutture sanitarie pubbliche e private, mettendo a rischio la possibilità di continuare a fare assistenza sanitaria in Lombardia e su questo c’è stata perfino convergenza con l’Assessore, che si è lanciato in una filippica contro il Ministro Balduzzi.
Alla Regione abbiamo chiesto un intervento politico, denunciando che a noi sembra che Rotelli voglia speculare sulla situazione, chiedendo a noi sacrifici insopportabili e nemmeno necessari, senza garantire che il San Raffaele rimanga un centro di ricerca e un grande policlinico eccellente e non solo un erogatore di cure come previste dai minimi assistenziali per l’accreditamento. L’intervento politico richiesto è quello di verificare i bilanci, dato che oltre il 93% delle entrate è già costituito da soldi pubblici, in modo che la Regione possa controllare a pieno i conti, che, per la parte sanitaria e di ricerca, sono in attivo. Infatti, il San Raffaele non ha bisogno di alcuna dieta, se non quella rispetto alle fatture che venivano gonfiate, per creare i fondi neri a beneficio di Dacco’ e dei suoi amici.
Se poi la spending review - che come USB respingiamo con forza perché taglia non solo gli stipendi dei lavoratori, ma anche lo stato sociale, impoverendo ulteriormente gli italiani più bisognosi - taglia i rimborsi alle prestazioni, al San Raffaele andranno prima eliminate le quantità economiche erogate dalla proprietà fuori da ogni contrattazione, soprattutto alla dirigenza e ai medici.
Riteniamo incomprensibile l’affermazione contenuta nell’articolo “Per ora la garanzia più solida per dire che la qualità delle cure in ospedale resterà la stessa è l'intenzione dell'azienda di non toccare i medici ma di spalmare i 450 licenziamenti ipotizzati su tutto il comparto.” Noi lavoriamo in ospedale e sappiamo benissimo che infermieri, tecnici e amministrativi sono essenziali per il funzionamento dell’ospedale, ma lo riconoscono anche i pazienti. Metteranno i medici a fare l’accettazione? ad occuparsi dell’igiene del malato, a somministrare le terapie, magari anche a riparare le apparecchiature o a farle funzionare? Con tutta la buona volontà, non ne avrebbero le competenze e non avanzerebbe loro il tempo per fare il medico. Non conosciamo poi le assunzioni generose di cui parla il consigliere Stefano Carugo, a cui chiediamo di darci gli elementi che conosce e come mai, essendo informato della finanza creativa (di Fondazione o anche della nuova gestione?) non si sia rivolto alla Magistratura per denunciare gli sperperi di denaro pubblico, che come politico è chiamato ad amministrare.
Infine, 29 milioni non è la previsione di perdita, ma il sacrificio che viene chiesto al solo comparto (infermieri, tecnici, amministrativi): ma se nei primi 51 giorni della nuova gestione l’ospedale ha perso 6 milioni (secondo i dati forniti dall’Amministrazione), rapportata all’intero anno la perdita non raggiungerebbe i 43 milioni. La stessa Amministrazione ci ha detto che dalla rinegoziazione dei contratti di acquisto beni e servizi (tra cui anche quelli che sovraffatturavano e retrocedevano) risparmia una cifra di circa 40 milioni. Se, dunque, basterebbero 3 milioni per portare il bilancio in positivo, perché ne chiedono 29 solo al personale con redditi più bassi?
Se consideriamo i colleghi con contratti precari e i dirigenti già lasciati a casa, oltre al personale che si è dimesso volontariamente negli ultimi mesi, l’obiettivo di risanamento economico è già stato raggiunto. La proprietà, dunque, chiede altro: fare profitto prendendo dalle tasche di noi lavoratori!
Confermata l'assemblea generale dei lavoratori e delle lavoratrici minacciati dai 450 licenziamenti: martedì 2 ottobre dalle ore 8 alle ore 11 in aula san Luca.
I delegati sindacali consegneranno, da novelli sig. Bonaventura, 29 fac-simile di assegni da un milione di euro intestati a Rotelli, per risanare il debito (che per i numeri presentati rimane un "debito fac-simile", non certificato e poco credibile).
I delegati si improvviseranno anche "lavavetri" per raffigurare il futuro che l'Amministrazione vorrebbe riservare ai lavoratori che lo scorso dicembre hanno ricevuto l'Ambrogino d'oro.
Coordinamento aziendale USB – Ospedale San Raffaele