Sanità: giusta la scelta di non stare zitti e di “non farsi i fatti propri”
Piena solidarietà ai Medici dell’ASST dei Santi Paolo e Carlo e a quelli dell'Ospedale Civile di Brescia nelle parole di Claudio Mendicino*, Medico del Lavoro e Dirigente Sindacale USB.
Da eroi a reietti. Dalle stelle alle stalle. E’ il destino di chi, osannato come salvatore della patria il giorno prima, viene tacciato di alto tradimento subito dopo. E in cosa consisterebbe questo tradimento? Ma nella scelta di non stare zitto e di “non farsi i fatti propri”, naturalmente! Peccato che i medici e gli altri operatori sanitari che hanno deciso di rompere il silenzio e di segnalare (non “denunciare”, ma solo “segnalare”) situazioni esplosive nei reparti di appartenenza, lo fanno proprio per prendersi cura (mai la locuzione è stata più appropriata) dei propri pazienti, trascurando i propri interessi e la propria salute.
Dobbiamo tutti essere grati ai 50 colleghi dell’ASST Santi Paolo e Carlo che hanno squarciato il velo su ciò che tutti sappiamo, ma che la dirigenza aziendale e, sopra di questa, la compagine politica che amministra la Regione Lombardia, non vuole sentir dire: che gli ospedali in questione non sono in grado di erogare la dovuta assistenza a tutti quelli che ne necessitano. Il tutto, a causa della inadeguatezza delle risorse logistiche, strumentali e, soprattutto, umane, che la direzione dell’ASST non è stata in grado di correggere, ad ormai nove mesi dallo scoppio dell’emergenza CoViD-19!
Sulla stessa lunghezza d’onda si sono posti i colleghi che qualche giorno fa hanno manifestato in silenzio, sacrificando la propria pausa pranzo, rigorosamente distanziati e muniti di mascherina, sulle scalinate dell’Ospedale Civile di Brescia. La loro protesta, indirizzata ai vertici dell’Ospedale, ma soprattutto a quelli di Regione Lombardia, è stata suscitata dalla constatazione di essere stati, ancora una volta, lasciati soli davanti alla nuova fase emergenziale che, lungi dall’essere inattesa, era ampiamente prevedibile e, quindi, doverosamente prevenibile.
Fanno finta di dimenticare, le autorità regionali (politiche e tecniche) e le direzioni strategiche di ASST e ATS, diretta emanazione delle prime, le proprie gravi responsabilità nella produzione dello sfacelo a cui stiamo assistendo. Basti pensare che nell’anno in corso, terribilmente caratterizzato da un’emergenza sanitaria senza precedenti (più di 20.000 decessi, solo in Lombardia) la Regione ha assunto, con contratto a tempo indeterminato, solo l’1,19% dei medici (comunque pochissimi) reclutati a vario titolo. E solo il 14,27% degli (altrettanto pochissimi) infermieri. E’ la Corte dei Conti a certificarlo, non un sindacato di base! Come se avere distrutto la sanità pubblica lombarda e foraggiato a man bassa quella privata (anche quella che approfitta della pandemia per fare più soldi, alla faccia di chi non può permettersi trattamenti di favore); avere strapazzato uno dei pilastri della sanità, la prevenzione (ridotta in condizioni pietose, mai viste prima), con le conseguenze a cui stiamo assistendo, giorno dopo giorno; avere martoriato ogni residuo di medicina del territorio, da quella di base a quella di comunità; avere distrutto ogni continuità tra ospedale e territorio, invertendo la tendenza alla deospedalizzazione della medicina e, anzi, portando nei nosocomi i servizi territoriali, non fosse ancora sufficiente e si dovesse dare il fatidico colpo di grazia ad una sanità funzionante!
Fingono di dimenticare. Noi no. Noi ricordiamo e mentre pretendiamo che sia fatta giustizia, chiediamo di valorizzare quelle professionalità mortificate da tanta incapacità e arroganza. Quelle donne e quegli uomini che sono stati costretti a scegliere chi dovesse avere una possibilità di sopravvivenza e chi, al contrario, dovesse vedersela negare.
E vogliamo ricordare ai “colleghi” collusi con il potere distorto e cinico, che con questi soggetti l’accondiscendenza ad ogni costo e la pronazione al potente di turno non garantiscono sonni tranquilli.
Lo dico ai medici che hanno sottoscritto un documento, in tutta evidenza pilotato dalla Direzione dell’ASST dei Santi, che dovrebbe contestare quanto segnalato dai 50 coraggiosi sanitari: assecondare la versione del padrone non sconfessa, ma rafforza la posizione di quanti hanno rotto il velo della menzogna e della vergogna. Soprattutto se la smentita arriva dopo la defenestrazione della dirigente del dipartimento di emergenza, rea di avere anticipato di un mesetto la segnalazione (anche in quel caso, solo interna) sulla gravità della situazione nei Pronto soccorso del San Paolo e del San Carlo.
Ai colleghi coraggiosi e a quelli che lo sono meno vorrei, infine, rammentare alcune delle regole dettate dal vigente Codice di Deontologia Medica e, in particolare:
- Art. 4 (Libertà e indipendenza della professione): … Il medico nell'esercizio della professione … non deve soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura. Il medico deve operare al fine di salvaguardare l'autonomia professionale e segnalare all'Ordine ogni iniziativa tendente a imporgli comportamenti non conformi alla deontologia professionale.
- Art. 21 (Competenza professionale): Il medico deve garantire impegno e competenza professionale, non assumendo obblighi che non sia in condizione di soddisfare. Egli deve affrontare … ogni problematica con il massimo scrupolo e disponibilità, dedicandovi il tempo necessario per un’accurata valutazione dei dati oggettivi, …
- Art. 22 (Autonomia e responsabilità diagnostico-terapeutica): Il medico al quale vengano richieste prestazioni che contrastino con la sua coscienza o con il suo convincimento clinico, può rifiutare la propria opera, …
- Art. 70 (Qualità delle prestazioni): Il medico dipendente o convenzionato deve esigere da parte della struttura in cui opera ogni garanzia affinché le modalità del suo impegno non incidano negativamente sulla qualità e l'equità delle prestazioni nonché sul rispetto delle norme deontologiche. …
Colleghi, alziamo la testa e rifiutiamo la complicità con chi fa finta di apprezzarci e ci accoltella di nascosto
*Claudio Mendicino Medico del lavoro Rappresentante USB in ATS Milano
per contatti: lombardia.pubblicoimpiego@usb.it